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7 Marzo 2024
15:54

Russia e Cina vogliono costruire un reattore nucleare sulla Luna entro il 2035

Lo afferma Yuri Borisov, direttore generale dell'agenzia spaziale russa Roscosmos. L'impianto fornirebbe energia a future basi umane lunari dal 2035. Oltre all'importanza scientifica, il progetto ha anche importanti implicazioni geopolitiche ed economiche.

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Russia e Cina vogliono costruire un reattore nucleare sulla Luna entro il 2035
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Immagine generata con AI.

Russia e Cina hanno intenzione di compiere uno sforzo congiunto per installare un impianto di produzione di energia nucleare sulla Luna che dovrebbe essere completato tra il 2033 e il 2035. Lo ha dichiarato Yuri Borisov, direttore generale dell'agenzia spaziale russa Roscosmos ed ex viceministro della Difesa. Borisov ha dichiarato che il reattore sarà realizzato «in modalità automatica, senza la presenza dell'essere umano», quindi costruito interamente da robot. Sembra un'idea fantascientifica, ma stando al capo di Roscosmos il progetto sarebbe «risolto» da un punto di vista tecnico, a eccezione del sistema di raffreddamento del reattore. Tuttavia non abbiamo al momento informazioni sui dettagli di questo progetto. Borisov ha parlato inoltre del proposito di costruire, in collaborazione con la Cina, una grande nave spaziale alimentata a energia nucleare in grado di trasportare carichi in orbite diverse e di raccogliere detriti spaziali.

Perché le agenzie spaziali vogliono costruire reattori nucleari sulla Luna

La dichiarazione segue a meno di un mese la notizia che anche negli Stati Uniti la NASA ha dato il via alla prima fase del programma Fission Surface Power per la realizzazione di un impianto nucleare sul nostro satellite, aprendo tre differenti bandi per selezionare proposte di progetti per futuri reattori nucleari lunari a fissione nucleare.

Questa nuova “corsa al nucleare lunare” è motivata dal fatto che gli occhi delle principali agenzie spaziali nel mondo sono puntati alla costruzione di insediamenti umani semipermanenti sulla Luna, una sfida che solo ora la tecnologia è abbastanza matura per intraprendere. Queste basi avranno bisogno di molta energia per operare, e gli impianti fotovoltaici non sarebbero sufficienti dal momento che le notti sulla Luna durano ben 14 giorni terrestri. Il nucleare sembra dunque la via preferibile da intraprendere per avere un sistema che produca energia in modo costante per lunghi periodi di tempo, possibilmente dell'ordine del decennio.

Costruire un reattore nucleare adatto a funzionare nell'ambiente lunare non è affatto semplice, però. Innanzitutto perché non è mai stato fatto prima. Dovrà essere in grado di produrre probabilmente decine di chilowattora di energia ed essere compatto, sicuro e affidabile.

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Concept di un possibile reattore nucleare a fissione. Credits: NASA.

L'importanza geopolitica della collaborazione tra Russia e Cina

L'annuncio di questa collaborazione “spaziale” tra Russia e Cina in risposta al progetto Fission Surface Power della NASA non stupisce alla luce della forte alleanza geopolitica tra i due Paesi. In particolare, è lecito pensare che questa collaborazione sia una forma di competizione tra le due potenze asiatiche e gli USA o più in generale l'Occidente. Una competizione di natura non solo scientifica e tecnologica ma anche economica, visto il ruolo cruciale che avrà la Luna nell'ambito della space economy. Una situazione che ricorda per certi versi la competizione tra il blocco occidentale e quello sovietico durante la Corsa allo spazio degli anni ’50 e ’60.

L'alleanza tra Russia e Cina non è causale anche perché in questo momento storico il Paese di Vladimir Putin ha più che mai bisogno di partner tecnologici e d'impresa, dal momento che l'invasione dell'Ucraina nel 2022 ha comportato sanzioni economiche che, tra le altre cose, hanno avuto l'effetto di isolare Mosca dalle grandi collaborazioni spaziali internazionali. Questo ha comportato un rallentamento nel programma spaziale russo, che nel 2023 ha anche fallito il tentativo di allunaggio della sonda Luna-25.

Fonti
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Filippo Bonaventura
Content editor coordinator
Laureato in Astrofisica all’Università di Trieste e ha conseguito un Master in Comunicazione della Scienza presso la SISSA di Trieste. È stato coordinatore della rivista di astronomia «Le Stelle», fondata da Margherita Hack. Insieme a Lorenzo Colombo e Matteo Miluzio gestisce il progetto di divulgazione astronomica «Chi ha paura del buio?». Vive e lavora a Milano.
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