![terremoto sicilia orientale](https://staticgeopop.akamaized.net/wp-content/uploads/sites/32/2024/01/terremoto-sicilia-orientale.jpg)
L'11 gennaio del 1693 si verificò uno tra i sismi più violenti della storia italiana: parliamo del terremoto della Val di Noto, in Sicilia Orientale, che con la sua magnitudo stimata tra 7.1 e 7.4 provocò circa 60 mila vittime – delle quali 12 mila solo a Catania. L'evento fu seguito da un maremoto e rientra a pieno titolo tra i 5 terremot i più forti mai avvenuti nel Paese. Fu così violento da distruggere Catania, mentre altre città vennero danneggiate gravemente, come Ragusa e Siracusa. La scossa fu avvertita chiaramente anche a Palermo, in Calabria, a Malta e in Tunisia. Ma andiamo più nel dettaglio, analizzando i dati forniti dall'INGV – l'Istituto Italiano di Geofisica e Vulcanologia.
Le caratteristiche del terremoto della Sicilia orientale
Il sisma si sviluppò in due riprese, rispettivamente alle 4:30 del 9 gennaio 1693 (magnitudo 6.0) e alle 21:00 dell'11 gennaio. Si stima che quest'ultima avesse una magnitudo compresa tra 7.1 e 7.4 con un epicentro in mare aperto, a pochi km dalla costa catanese. Ma per quale motivo si parla di "stima" e non di "misura"? Questo è legato al fatto che il terremoto, essendo così antico, non fu registrato in modo diretto (non esistevano strumenti per farlo) e quindi il suo valore di magnitudo è stato dedotto studiando la geologia del luogo e consultando le fonti dell'epoca.
Non essendo un dato certo è quindi importante prenderlo con la giusta incertezza.
Per quanto riguarda il suo potere distruttivo, fece registrare un valore sulla scala Mercalli (MCS) pari all'11° grado, equivalente cioè ad una devastazione quasi totale dei centri abitati – non a caso si tratta del penultimo grado della scala in termini di gravità.
![mercalli-sicilia-terremoto-1693](https://staticgeopop.akamaized.net/wp-content/uploads/sites/32/2024/01/mercalli-sicilia-terremoto-1693.jpg)
Dal punto di vista geologico il terremoto è stato probabilmente causato dal sistema di faglie Gela-Catania, evidenziato in arancione nell'immagine sottostante: ovviamente si tratta di un'ipotesi, dal momento che non abbiamo misurazioni dirette in merito.
![catania faglia diss 1693](https://staticgeopop.akamaized.net/wp-content/uploads/sites/32/2024/01/catania-faglia-diss-1693.jpg)
Lo tsunami causato dal sisma
Come anticipato, il violento sisma fu seguito da un maremoto che, secondo le fonti dell'epoca, colpì la porzione sud-orientale della Sicilia. Più nello specifico fu colpito un tratto di costa lungo 300 km tra Messina e Marina di Ragusa e il centro abitato più danneggiato fu quello di Augusta (SR), colpito con onde alte fino a 15 metri. In quel caso la maggior parte delle vittime furono donne e bambini che, per paura del terremoto, si rifugiarono sui moli e lungo la costa.
![tsunami 1693](https://staticgeopop.akamaized.net/wp-content/uploads/sites/32/2024/01/tsunami-1693.jpg)
La ricostruzione dopo il terremoto
Un aspetto interessante è che la ricostruzione delle città devastate seguì quelli che oggi potremmo definire dei "criteri antisismici": vennero create ampie piazze con varie vie di fuga, i nuovi edifici furono dotati di mura più spesse e un'altezza più limitata a parità di larghezza delle strade. Un esempio tipico è quello della città di Grammichele, resa famosa grazie alla sua pianta perfettamente esagonale, uno degli unici esempi di architettura razionale in Italia insieme alla città di Palmanova.
![grammichele esagono](https://staticgeopop.akamaized.net/wp-content/uploads/sites/32/2024/01/grammichele-esagono.jpg)