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Nel corso della storia alcune fotografie iconiche hanno cristallizzato momenti e dettagli indimenticabili: proprio per questo motivo sono diventate famose in tutto il mondo e hanno influenzato l’opinione pubblica in merito a una serie di eventi. In occasione della Giornata mondiale della fotografia, che ricorre ogni anno il 19 agosto, esaminiamo dieci delle fotografie più iconiche e importanti mai scattate, disposte in ordine cronologico dalla più antica alla più recente.
Morte di un miliziano (1936)

La celeberrima foto scattata da Robert Capa ritrae un miliziano colpito a morte nel corso della guerra civile spagnola che contrappose i repubblicani ai nazionalisti guidati da Francisco Franco.
La foto, scattata nel settembre del 1936 a Cerro Muriano, presso Cordova, divenne famosa l’anno successivo, dopo essere stata pubblicata dalla rivista americana Life. L’autenticità di Morte di un miliziano, però, non è certa. Capa sosteneva di aver immortalato, sia pure casualmente, l’esatto momento nel quale il milite Federico Borrell García era stato colpito da un proiettile sparato dai franchisti. Alcuni studiosi confermano questa tesi, ma altri ritengono che la scena fosse stata costruita ad hoc dal fotografo e che la morte del soldato fosse stata simulata.
Il bambino del ghetto di Varsavia (1943)

Nell’aprile del 1943 gli ebrei rinchiusi dai nazisti nel ghetto di Varsavia si ribellarono: fu un atto di grande coraggio, represso dopo alcune settimane dalle forze armate tedesche, che smantellarono il ghetto e deportarono gli abitanti nei campi di sterminio (la ribellione non va confusa con la più generale rivolta di Varsavia, che ebbe luogo nel 1944).
La fotografia del bambino che si arrende ai nazisti, considerata una delle immagini più iconiche dell’Olocausto, fu scattata da un fotografo delle SS, Franz Konrad, e allegata, insieme ad altre 48 immagini, al rapporto che il generale delle SS Jürgen Stroop inviò ai suoi superiori per renderli edotti della distruzione del ghetto.
La bandiera della vittoria a Berlino (1945)

Nell’aprile del 1945, i soldati dell’Unione Sovietica raggiunsero Berlino, provocando il crollo definitivo della Germania nazista. Il 30 aprile i soldati dell’Armata rossa poterono issare la bandiera sovietica sulle rovine del Reichstag, l’edificio del Parlamento. La scena, però, non fu immortalata da nessun fotografo e perciò due giorni dopo, il 2 maggio, fu ricostruita ad hoc: alcuni soldati issarono di proposito la bandiera e un fotografo scattò una sequenza di 36 immagini. La foto più famosa, pubblicata per la prima volta in Russia il successivo 13 maggio, divenne una delle rappresentazioni più diffuse della vittoria sul nazismo.
Guerrillero Heroico (1960)

Ernesto Che Guevara è stata una delle figure più iconiche del Novecento. La sua fotografia più famosa, intitolata Guerrillero Heroico, fu scattata all’Avana il 5 marzo 1960 da Albert Korda in occasione dei funerali delle vittime dell’esplosione della nave La Coubre, che trasportava armi per le forze armate cubane. Il vascello esplose al porto il 4 marzo, provocando la morte di 75 persone, per un attentato che, secondo il governo cubano, era stato organizzato dalla Cia.
Quel che è certo è che la fotografia di Che Guevara fu pubblicata da alcuni giornali cubani, ma sul momento non divenne popolare. La sua fama si deve a un editore italiano, Gian Giacomo Feltrinelli, che nel 1967 visitò l’Avana e venne a conoscenza dello scatto. Tornato in Italia, stampò l’immagine come copertina del Diario di Bolivia di Che Guevara (che nel frattempo era stato ucciso) e su alcuni poster. Da allora, Guerrillero Heroico ha avuto una fortuna enorme: è stampata in tutto il mondo su magliette, adesivi, poster, oggetti di design. A Cuba è presente persino sulla banconota da tre pesos (oggi di fatto non più usata). Secondo molte fonti, è in assoluto l’immagine più riprodotta della storia.
Buzz Aldrin sulla Luna (1969)

Il 20 luglio 1969 il modulo lunare della Missione Apollo XI, con a bordo Edwin “Buzz” Aldrin e Neil Armostrong, si posò sulla Luna. Delle numerose fotografie scattate sul satellite dagli astronauti, una delle più note è quella che ritrae frontalmente Aldrin. Nel riflesso della sua visiera, si individuano chiaramente il modulo lunare e la sagoma di Armstrong, che gli scattò la foto. E non ci sono dubbi, nonostante il proliferare delle teorie del complotto, che sia tutto vero.
Napalm Girl (1972)

Nel corso della guerra in Vietnam, le forze armate degli Stati Uniti e quelle dei loro alleati sudvietnamiti non ebbero scrupoli nell’effettuare bombardamenti al napalm (una sostanza incendiaria). La foto Napalm Girl, scattata l’8 giugno 1972, ritrae una bambina di nove anni, Kim Phúc, mentre fugge nuda dal villaggio di Trang Bang dopo essere stata gravemente ustionata dalle bombe sganciate dall’aviazione del Vietnam del Sud. Phúc scappò urlando “brucia, brucia”, insieme ad altri bambini. Le ustioni le provocarono gravi danni e la costrinsero a un lungo ricovero, durato 14 mesi. Phúc, però, riuscì miracolosamente a sopravvivere. Oggi vive in Canada ed è ambasciatrice Unesco.
La fotografia che l’ha resa famosa fu scattata da Nick Ut, fotografo vietnamita presente a Trang Bang (recentemente l’attribuzione a Ut è stata messa in dubbio). Pur essendo nota come Napalm Girl, il nome ufficiale The Terror of War.
Ragazza afgana (1984)

Nel 1984 il fotografo statunitense Steve McCurry visitò un campo di profughi afgani a Peshawar, in Pakistan, e fotografò una ragazza dallo sguardo vitreo, della quale ignorava il nome. La foto, intitolata Ragazza afgana, fu pubblicata dal National Geographic Magazine nel 1985 e divenne il simbolo dei conflitti dell’Afghanistan. L’identità della giovane donna rimase ignota fino al 2002, quando McCurry si mise alla sua ricerca e, dopo varie peripezie, riuscì a ritrovarla: si trattava di Sharbat Gula, nata il 20 marzo 1972 e diventata nel frattempo madre di tre figli. Nel 2021, dopo il ritorno al potere dei talebani, Sharbat ha lasciato l’Afghanistan ed è stata accolta in Italia.
Pilastri della creazione (1995)

Colonne di gas e polveri interstellari nella nebulosa Aquila, a 5.700 anni luce dalla Terra. La fotografia dei Pilastri della creazione è stata scattata dal telescopio spaziale Hubble il primo aprile 1995. Nel 2021 un altro telescopio, il James Webb, ha catturato nuovamente l’immagine. La fotografia è famosa perché ha consentito di migliorare la conoscenza del processo di formazione delle stelle, ma anche perché dimostra le capacità della nostra tecnologia, capace di scattare immagini a distanza di migliaia di anni luce. Per avere un’idea, considerate che un anno luce è pari a quasi diecimila miliardi di chilometri.
La morte di Alan Kurdi (2015)

Alan Kurdi era un bambino siriano, morto il 2 settembre 2015 mentre con la sua famiglia cercava di attraversare il braccio di mare, largo appena quattro chilometri, che separa la città turca di Bodrum dall’isola greca di Coo. Il sogno era raggiungere l’Unione europea e lasciarsi alle spalle le guerre e le persecuzioni che affliggono la Siria. La famiglia di Alan aveva pagato un’ingente somma per il breve viaggio dalla Turchia alla Grecia, ma il gommone sul quale viaggiava, carico più del dovuto, si rovesciò in mare. Per Alan non ci fu scampo. L’immagine del suo corpo disteso sulla battigia divenne il simbolo della crisi dei rifugiati siriani.
Mahmoud Ajjour, il bambino palestinese mutilato dalle bombe di Israele (2024)

Il genocidio che le forze armate israeliane stanno compiendo nella Striscia di Gaza non risparmia i bambini, che ogni giorno muoiono sotto le bombe, di fame e di sete. Una delle foto che mostra le atrocità nel modo più crudo ritrae Mahmoud Ajjour, un bambino di nove anni ferito gravemente nel marzo 2024: mentre fuggiva durante un bombardamento, si voltò per incitare i familiari a correre e fu colpito dall’esplosione di una bomba che distrusse le sue braccia, lasciandolo mutilato.
Mahmoud è stato accolto in Qatar, dove sta cercando faticosamente di imparare a vivere nella sua nuova condizione.