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Cosa ci accadrebbe se la Terra si fermasse all’improvviso smettendo di ruotare?

Venti fino a 1700 km/h, tsunami alti chilometri, raggi cosmici che ci colpiscono dallo spazio, notti gelide lunghe 6 mesi e giorni con temperature attorno ai 100 °C. Ecco tutti gli effetti di una Terra improvvisamente ferma. Uno scenario apocalittico, che fortunatamente non accadrà mai.

19 Marzo 2024
18:30
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Cosa ci accadrebbe se la Terra si fermasse all’improvviso smettendo di ruotare?
se la terra smettesse di ruotare

La Terra ruota su se stessa sin dalla sua formazione, oltre 4 miliardi e mezzo di anni fa, e con ogni probabilità continuerà a farlo fino alla sua fine. Ma cosa accadrebbe se, per pura ipotesi, cessasse improvvisamente e di colpo la Terra non ruotasse più? Di colpo tutto schizzerebbe per inerzia a velocità fino 1700 km/h, compresa l'atmosfera e gli oceani, e avremo tsunami devastanti alti anche migliaia di metri: ben poco riuscirebbe a resistere. Ma ci sarebbero effetti un po' meno scontati, legati al catastrofico cambiamento del clima che ne conseguirebbe, con notti a temperature antartiche lunghe sei mesi e giorni così caldi che l'acqua potrebbe bollire al Sole. Per non parlare della ridistribuzione delle acque oceaniche, che sommergerebbe intere nazioni e darebbe origine a un nuovo supercontinente sostanzialmente inabitabile. Se poi aggiungiamo la fine del magnetismo terrestre che ci protegge dai letali raggi cosmici, per tutti noi ci sarebbero ben poche speranze di sopravvivenza. Fortunatamente non c'è nessun motivo per cui questo scenario dovrebbe avverarsi, ma è comunque interessante porsi questa domanda perché ci permette di scoprire aspetti molto interessanti del nostro pianeta e riflettere sui delicati equilibri che lo rendono abitabile.

Se la Terra si fermasse: gli effetti immediati

La rotazione terrestre ha un periodo di circa 24 ore. Alle latitudini italiane, questo corrisponde a una velocità compresa tra 1140 km/h e 1350 km/h; all'equatore si arriva fino a 1670 km/h, mentre ai Poli è 0 poiché, trovandosi sull'asse terrestre, non ruotano. Se la Terra smettesse improvvisamente di ruotare, ogni cosa non saldamente ancorata alla crosta terrestre verrebbe proiettata da ovest verso est – il verso della rotazione terrestre – con la velocità che aveva prima: persone, edifici, alberi, città intere, ma anche l’atmosfera, i mari e gli oceani. Sarebbe una catastrofe senza precedenti, anche per via dei violentissimi tsunami che affliggerebbero ogni costa rivolta a ovest e che potrebbero raggiungere anche vari chilometri di altezza.

Come potremmo salvarci? A patto di avere un preavviso sufficiente, l'unica nostra opzione sarebbe spostarci il più vicino possibile al Polo Nord o al Polo Sud, dove la velocità di rotazione è nulla e dunque gli effetti dell'improvviso stop sarebbero molto attenutati. Ma sarebbe soltanto una soluzione temporanea.

La nuova Terra: due oceani e un supercontinente

Le acque oceaniche si distribuiscono sulla superficie terrestre anche a seconda della forza centrifuga prodotta dalla rotazione terrestre. Se non ci fosse rotazione, non ci sarebbe nemmeno più forza centrifuga e l’acqua comincerebbe quindi a muoversi verso le zone del pianeta dove la gravità è maggiore: il Polo Nord e il Polo Sud. La Terra infatti è leggermente schiacciata ai poli: Polo Nord e Polo Sud sono più vicini al centro della Terra di 21 km rispetto ai punti che si trovano sull'equatore. Ecco dunque che le acque oceaniche comincerebbero a “cadere” verso i poli, formando due enormi oceani polari separati da un supercontinente attorno all'equatore.

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Simulazione della redistribuzione delle acque oceaniche in assenza di forza centrifuga dovuta alla rotazione terrestre, come calcolato dagli scienziati di ESRI (Environmental Systems Research Institute). Map Images provided under license by Esri and Dr. Witold Frączek. Copyright © 2021 Esri. All rights reserved.

Il volto della Terra ne uscirebbe completamente stravolto: in Europa sopravviverebbe solo l'Italia meridionale (sostanzialmente Sicilia e Calabria), la Spagna meridionale e la Grecia meridionale; addio a Russia, Canada, Groenlandia, Antartide e buona parte di Argentina e Nuova Zelanda.

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L’Europa dopo la formazione dei due oceani polari. La Sicilia, ora collegata all’Africa, diventerebbe una propaggine del nuovo supercontinente, e affaccerebbe direttamente sul vastissimo oceano boreale.

Gli effetti sul clima globale

Senza rotazione, il giorno non durerebbe più 24 ore ma un anno, cioè la durata di un’orbita terrestre. Il dì durerebbe 6 mesi e la notte altri 6 mesi. La parte della Terra esposta al Sole, non riuscendo a disperdere il calore, arriverebbe a temperature di 80-90 °C, in alcuni punti anche sopra i 100 °C. La parte notturna, al contrario, scenderebbe a temperature più fredde di quelle antartiche.

Le uniche zone abitabili del pianeta sarebbero forse le due fasce del nuovo supercontinente al confine tra la parte illuminata e quella buia, lungo il cosiddetto terminatore. Vivere in questo “eterno crepuscolo” sarebbe però difficile, perché il terminatore si sposterebbe di circa 110 km al giorno e noi superstiti dovremmo “inseguirlo” costantemente. L'unica forma di civiltà possibile sarebbe quella nomade, se non fosse che dovremmo tutti procedere a una velocità ben poco realistica!

Niente più magnetosfera

Ma la conseguenza forse più letale di una Terra “ferma” arriverebbe dal centro del pianeta, dove c’è il motore del campo magnetico terrestre, che ci protegge dai raggi cosmici (particelle ad alta energia che arrivano dallo spazio) deviandole verso i poli terrestri. Per intenderci, è il meccanismo che genera le aurore boreali. Senza rotazione la Terra perderebbe il suo campo magnetico: i raggi cosmici arriverebbero indisturbati sulla superficie terrestre, dove danneggerebbero le molecole di DNA, portando probabilmente alla morte di ogni essere vivente sopravvissuto.

Insomma, l’unico modo per farcela sarebbe costruire enormi basi sotterranee alimentate a energia nucleare o energia geotermica – le uniche disponibili sottoterra – producendo il cibo in serre idroponiche. Uno scenario decisamente fantascientifico!

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Filippo Bonaventura
Content editor coordinator
Laureato in Astrofisica all’Università di Trieste e ha conseguito un Master in Comunicazione della Scienza presso la SISSA di Trieste. È stato coordinatore della rivista di astronomia «Le Stelle», fondata da Margherita Hack. Insieme a Lorenzo Colombo e Matteo Miluzio gestisce il progetto di divulgazione astronomica «Chi ha paura del buio?». Vive e lavora a Milano.
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