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1 Agosto 2024
15:49

Israele elimina a Teheran Ismail Haniyeh, leader di Hamas: le cause e possibili conseguenze

Il 31 luglio 2024 il leader dell'ala politica di Hamas, Ismail Haniyeh, è stato ucciso da un raid israeliano mentre si trovava in visita a Teheran, in Iran. Ripercorriamo la vita e la carriera politica del leader palestinese e capiamo quali conseguenze potrebbe avere la sua uccisione.

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Israele elimina a Teheran Ismail Haniyeh, leader di Hamas: le cause e possibili conseguenze
Israele elimina a Teheran Ismail Haniyeh leader di Hamas le possibili cause e conseguenze

Nella notte compresa tra il 30 ed il 31 luglio 2024, il capo dell'Ufficio Politico del movimento palestinese Hamas, Ismail Haniyeh, è stato ucciso da un raid compiuto da Israele a Teheran, in Iran, dove il giorno precedente aveva presenziato alla cerimonia di insediamento di Masoud Pezeshkian, nuovo presidente della Repubblica Islamica dell'Iran. Fin dall'inizio dell'attuale Guerra di Gaza i vertici politici e militari israeliani avevano pubblicamente dichiarato la loro intenzione di eliminare i vertici di Hamas, tra i quali lo stesso Haniyeh, responsabili di aver architettato e dato il via libera all'attacco del 7 ottobre 2023. L'evento ha provocato forti reazioni, per il momento solamente di natura verbale, da parte della leadership iraniana, che per bocca dell'ayatollah Khamenei ha definito l'evento un “atto di terrorismo” che “riceverà una risposta”.

Attenzione: la questione israelo-palestinese è estremamente complessa e delicata e siamo consapevoli che ogni tipo di sintesi rischia di omettere informazioni; pertanto questo articolo va visto nell’insieme dei contenuti che abbiamo proposto e che proporremo nei prossimi giorni. Vi invitiamo quindi a non perderli: potete trovare tutto nella categoria Guerra Israele-Palestina del nostro sito. Sappiate che il nostro scopo è di far capire la situazione geopolitica con la massima neutralità e stimolare l’interesse per ulteriori approfondimenti.

Com'è morto il leader di Hamas?

I dettagli riguardo alla morte di Haniyeh sono ancora piuttosto scarni. Egli si trovava a Teheran, capitale della Repubblica Islamica dell'Iran, per assistere alla cerimonia di inaugurazione del nuovo presidente Masoud Pezeshkian e in tale contesto è stato più volte inquadrato dalle telecamere delle TV presenti all'evento. Alle 2.00 di notte, ora iraniana, la stanza della residenza nella quale Haniyeh dimorava nel corso della sua trasferta persiana è stata colpita da un ordigno a lungo raggio (forse un missile oppure un drone) che ha provocato la morte sua e di una delle sue guardie del corpo. Pare sia rimasto invece illeso Ziyad al-Nakalah, segretario generale della Jihad Islamica Palestinese, anch'egli presente nell'edificio.

La morte di Haniyeh rappresenta il secondo caso di omicidio mirato di un alto dirigente palestinese residente all'estero dall'inizio dell'anno dopo quello di Saleh al-Arouri, avvenuto a Beirut il 2 gennaio, e cade a solo poche ore di distanza dall'attacco sferrato dalle Forze Aeree Israeliane sempre a Beirut dove è stato ucciso Fuad Shukr, uno dei leader militari di Hezbollah.

Le possibili conseguenze dell'uccisione di Ismail Haniyeh

L'uccisione del leader di Hamas ha provocato numerose reazioni a livello internazionale, in particolare nel mondo islamico. Parole di condanna sono state pronunciate da Abu Mazen, presidente dell'Autorità Nazionale Palestinese e leader del partito Fatah, principale rivale politico di Hamas. Particolarmente violente è stata la reazione dei leader iraniani. Nel corso del funerale di Haniyeh, tenutosi a Tehran, la Guida Suprema iraniana, l'ayatollah Khamenei, ha definito l'evento un “atto di terrorismo” e promesso una reazione. Dure parole di condanna sono giunte anche dal presidente della Turchia, Recep Tayyip Erdoğan.

Resta ora da vedere se alle minacce iraniane seguirà una ritorsione. Gli iraniani possono rispondere con un ventaglio di possibilità che vanno da azioni terroristiche tramite i loro alleati in Medio Oriente (milizie irachene e siriane, Hezbollah in Libano, Hamas e la Jihad Islamica Palestinese a Gaza) sino ad un attacco missilistico in piena regola come quello al quale abbiamo assistito nella notte compresa tra il 13 ed il 14 aprile di quest'anno.

Chi era Haniyeh e qual è stata la sua carriera politica?

Nato tra il 1962 ed il 1963 (le fonti sono discordanti) nel campo profughi di Al-Shati, nella Striscia di Gaza, al tempo sotto occupazione egiziana, Ismail Abdulsalam Ahmed Haniyeh apparteneva ad una famiglia palestinese di religione musulmana sunnita originaria della città costiera di Ashkelon, dalla quale venne espulsa nel corso della Guerra d'Indipendenza Israeliana del 1947-49.

Formatosi nelle scuole dell'obbligo gestite dalle Nazioni Unite, Haniyeh ottenne una laurea in letteratura araba all'Università Islamica di Gaza nel 1987 per poi partecipare alle proteste della Prima Intifada e venire incarcerato più volte dalle autorità di occupazione israeliane. In questo periodo turbolento il giovane Haniyeh entrò in contatto con gli attivisti che all'epoca formavano il primo nucleo dirigente di Hamas, venendone ben presto inserito nella struttura politica. La sua ascesa all'interno del movimento venne favorita tanto dal rapporto personale che egli riuscì ad instaurare con lo sceicco Yassin quanto dagli omicidi mirati perpetrati dagli israeliani ai danni della dirigenza originaria.

Alle elezioni palestinesi del 2006 Haniyeh riuscì a farsi eleggere alla carica di Primo Ministro dell'Autorità Nazionale Palestinese (ANP), ma la sua ambizione e la successiva guerra aperta scoppiata tra Hamas e Fatah (il partito palestinese moderato guidato da Mahmūd Abbās, detto Abū Māzen) per il controllo della Striscia di Gaza fecero crollare questo fragile esperimento di democrazia palestinese. Nel 2016 Haniyeh venne eletto alla poltrona di capo dell'Ufficio Politico di Hamas (carica che poi effettivamente assunse l'anno seguente), succedendo a Khaled Meshal. Da quel momento ha guidato l'ala politica del movimento dal suo esilio prima in Turchia e poi in Qatar.

Qual era la piattaforma politica di Haniyeh?

Come tutti i dirigenti di Hamas, Haniyeh non aveva mai rinnegato i pilastri della carta politica del movimento, tra i quali vi è la dichiarazione esplicita di ottenere la distruzione dello Stato d'Israele, ritenuto dalla leadership di Hamas come un'entità illegittima con la quale si possono intavolare trattative volte ad ottenere tutt'al più una “tregua”, ma mai un trattato di pace vero e proprio che impedisca al popolo palestinese di riottenere la sovranità su tutto il territorio appartenente all'ex-Palestina mandataria britannica.

In questo contesto egli ha più volte manifestato il pieno supporto alle iniziative terroristiche portate avanti dall'ala militare di Hamas, in particolare in occasione dell'attacco sferrato contro Israele il 7 ottobre del 2023 che ha fatto precipitare il Medio Oriente nella guerra in corso. Sul fronte della politica interna, seppure non fosse considerato strettamente un “estremista” e anche se si era detto in principio favorevole alla convivenza religiosa, aveva riaffermato il principio secondo il quale i palestinesi appartenenti sia alla maggioranza musulmana sunnita che alla minoranza cristiana debbano tutti vivere in uno stato confessionale islamico.

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