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Possibile coinvolgimento di magma nei Campi Flegrei: cosa dice l’ultimo verbale della CGR

Nella sua ultima relazione, la Commissione Grandi Rischi esprime preoccupazione per la risalita di magma nei Campi Flegrei, con rischi di esplosioni freatiche e fratture superficiali. Facciamo chiarezza evitando gli allarmismi.

A cura di Andrea Moccia
1 Dicembre 2023
16:20
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Possibile coinvolgimento di magma nei Campi Flegrei: cosa dice l’ultimo verbale della CGR
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Il sollevamento del suolo nei Campi Flegrei registrato negli ultimi anni e sfociato negli sciami sismici degli ultimi mesi (con terremoti fino alla magnitudo 4.2) potrebbe essere dovuto non solo ai fluidi magmatici legati al fenomeno del bradisismo tipico di quest'area, ma anche alla risalita di magma. A presentare questa possibilità è l'ultimo verbale di sintesi della Commissione nazionale per la previsione e la prevenzione dei Grandi Rischi (CGR), sulla base dei dati satellitari e della composizione chimica dei gas emessi dalle fumarole. Nel report si parla anche di possibili esplosioni freatiche, fratturazioni della crosta e risalita superficiale di magma nell'area flegrea.

Con razionalità, ed evidando ogni sensazionalismo, se queste ipotesi dovessero essere confermate, la situazione dei Campi Flegrei potrebbe essere più seria di quanto si pensasse in precedenza; come espresso nel verbale in question, potrebbe rendersi necessario passare a un livello di allerta superiore. Per questo motivo il verbale richiede con urgenza ulteriori analisi sulla deformazione del suolo nel 2023 e anche una discussione critica sulla nostra capacità di monitorare efficacemente e tempestivamente le dinamiche in corso nei Campi Flegrei.

I dati satellitari analizzati dal verbale

Il verbale discute le analisi InSAR nel periodo 2015-2022 per l'area flegrea. La tecnica InSAR misura con precisione la deformazione del suolo tramite rilevazioni radar effettuate da satellite. È una tecnica particolarmente utile per studiare i Campi Flegrei, che sono interessati dal fenomeno del bradisismo, cioè l'alternanza di abbassamento e sollevamento del suolo. Dal 2005 i Campi Flegrei sono in fase di sollevamento (con un picco di +113 cm registrato nel Rione Terra a Pozzuoli), che è l'unica fase in cui si registrano sismi.

I dati InSAR fino al 2022 mostrano che la principale sorgente di pressione si trova a 4 km di profondità ed è legata alla presenza di fluidi magmatici. Stando ai dati, tuttavia, per spiegare i valori della deformazione del suolo misurati nel periodo 2015-2022 sarebbe necessario ipotizzare un'altra sorgente di pressione a 7-8 km di profondità, dovuta questa volta direttamente al magma.

Ecco quindi che si rende urgente un'analisi dei dati InSAR relativi al 2023 per capire se il magma nel serbatoio più profondo sta risalendo verso quello più superficiale.

L'analisi delle fumarole nei Campi Flegrei

A supporto dell'ipotesi del coinvolgimento di magma ci sono anche i dati sulle analisi chimiche delle fumarole nei Campi Flegrei. A partire dal 2021, infatti, si è registrato un aumento della temperatura delle fumarole (superiore ai 450 °C) e soprattutto un aumento delle concentrazioni di idrogeno solforato (H2S) nei gas emessi. Questo cambiamento può indicare che l'origine delle fumarole starebbe diventando sempre più ibrida (idrotermale + magmatica). Uno scenario, questo, compatibile con una risalita di magma nel sottosuolo flegreo.

magma superficiale campi flegrei

A completare il quadro, i dati gravitometrici mostrano uno spostamento di massa verso la superficie: parliamo mediamente di 6 milioni di tonnellate all'anno a partire dal 2012. Questo spostamento è consistente con un'origine ibrida, ma occorrono ulteriori analisi a conferma.

Il rischio di esplosioni freatiche

Quando l'alta temperatura del magma superficiale fa evaporare l'acqua nel sottosuolo, l'accumulo di vapore può generare un'altissima pressione che si traduce in un'esplosione di rocce, cenere e acqua. Concettualmente è simile a quello che avviene quando versiamo dell'acqua sull'olio bollente.

Stando al verbale della Commissione Grandi Rischi, a 100-200 m di profondità sotto i Campi Flegrei ci sarebbero strati argillosi impermeabili in grado di confinare fluidi in pressione: è proprio il “tappo” che serve per scatenare un'esplosione freatica. È chiaro che in presenza di magma in risalita esiste quindi la possibilità di esplosioni nei Campi Flegrei.

Il rischio di fratturazioni della crosta superficiale

Per quanto riguarda l'evoluzione geologica della situazione, esistono modelli noti come Failure Forecast Models che analizzano l'evoluzione temporale dei parametri di sismicità e deformazione del suolo. Tali modelli concordano nel prevedere che il processo di fratturazione della crosta possa accelerare fino a raggiungere condizioni «critiche» nell'arco di mesi o anni. Non è chiaro però come questo fenomeno possa risultare in terremoti o risalita di magma in superficie.

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Il ruolo cruciale dei sistemi di monitoraggio

Le conclusioni del verbale sono chiare: è possibile, se non probabile, che il magma abbia un ruolo – seppur al momento secondario – nel sollevamento in corso nei Campi Flegrei. Non si può quindi escludere una futura risalita di magma fino a raggiungere la superficie. Attenzione però: queste non sono certezze ma possibilità. Citando il verbale:

La Commissione Grandi Rischi ritiene che il quadro complessivo non sia di univoca interpretazione, ed esprime comunque la preoccupazione che i processi in atto possano evolvere ulteriormente, anche in tempi brevi se confrontati con quelli previsti dalla pianificazione di emergenza vulcanica.

È chiaro che in questo contesto le reti di monitoraggio avranno un ruolo chiave nell'individuare i segnali premonitori e le fasi iniziali di questi eventi. Al momento non sappiamo però se tali reti abbiano effettivamente la capacità di rilevare tempestivamente una possibile risalita di magma futura:

appare importante promuovere con urgenza una discussione critica sui possibili segnali premonitori di tale attività, e sulla capacità dell'attuale sistema di monitoraggio di rilevarli, evidenziando la necessità di eventuali implementazioni.

Ecco perché il verbale della Commissione Grandi Rischi suggerisce all'Osservatorio Vesuviano dell'INGV di intensificare sia le attività di monitoraggio sia quelle di prevenzione, preparandosi all'eventuale necessità di innalzare il livello di allerta.

Ci dobbiamo preoccupare?

Sono nato e cresciuto tra il Vesuvio e i Campi Flegrei, e mi rendo conto che la preoccupazione può esserci, soprattuto in questi periodi in cui sono tante le voci ansiogene che girano.
Vorrei dirvi due cose che spero possano tranquillizzarvi.
1) Non ci sono ancora i segnali di un'eruzione imminente; personalmente sono molto fiducioso sul fatto che, semmai ci sarà un'eruzione, l'Osservatorio Vesuviano e l'INGV siano capaci di avvisarci con il giusto anticipo.
2) La possibile futura eruzione dei Campi Flegrei non dovrebbe essere disastrosa come si racconta in giro; lo scenario più atteso ha un'esplosività medio bassa. Quindi quando sentite dire "se erutteranno i Campi Flegrei scompare l'Italia", sono chiacchiere da bar, senza alcuna base scientifica. La storia vulcanologica ci dice che negli ultimi 5000 anni ci sono state circa 70 eruzioni, di cui solamente 3 o 4 più violente.

Morale della favola: non è uno scherzo, non bisogna prenderla sotto gamba; più che preoccupazione, ci dovrebbe essere attenzione, attenzione e consapevolezza. Se proprio vogliamo preoccuparci, cerchiamo di farlo con razionalità, perché senza razionalità non si può combattere contro un vulcano.

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Andrea Moccia
Direttore editoriale
Sono nato nell'Agosto del 1985, a Napoli. Mi sono pagato gli studi universitari vendendo pop-corn e gelati nelle sale di un Cinema. Ho lavorato per dieci anni in giro per il mondo, di cui sette all'Istituto nazionale francese dell'energia, in qualità di geologo e team manager. Nel 2018 a Parigi, per gioco, è nata Geopop, diventata nel 2021 una azienda del gruppo Ciaopeople. Sono dell'idea che la cultura sia la più grande ricchezza per un Paese e ho deciso di dedicare la mia vita per offrire un contributo e far appassionare le persone alla conoscenza. Col sorriso :)
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