
È credenza comune che le patate crude non siano commestibili, o che comunque siano dannose per l’organismo. In realtà non è propriamente così. Mangiare patate crude, infatti, malgrado la consistenza amidacea e il sapore che potrebbe risultare un po' amaro, può avere sia effetti collaterali che benefici; dipende anche da come vengono pulite e dalla quantità che se ne consuma. Vediamo quindi quali sono i benefici e le controindicazioni.
Le patate crude si possono mangiare: i benefici
Se le patate crude vengono consumate con moderazione, apportano all’organismo grandi quantità di vitamina C (acido ascorbico), almeno il doppio per grammo rispetto alle patate mangiate previa cottura. La vitamina C è un antiossidante essenziale per la salute, collabora al mantenimento del sistema immunitario e alla produzione di collagene. Questo nutriente è termolabile, quindi, con la cottura, se ne perde almeno la metà di quello che il tubero in questione generalmente contiene.
Un altro vantaggio è dato dalla presenza dell’amido resistente; le patate crude, infatti, ne sono ricche. Questo tipo di amido non viene né digerito né assorbito dall’intestino ed è associato a numerosi benefici per il nostro corpo, ad esempio diminuisce la glicemia (i livelli di zucchero nel sangue), è un sostegno alla perdita di peso, aumenta il senso di sazietà e migliora la risposta all’insulina.
L’amido resistente è anche una fonte nutritiva per la flora batterica del nostro intestino; poiché questi batteri buoni, nutrendosi di questo particolare amido, producono un acido grasso a catena corta (il butirrato) noto per le sue proprietà antinfiammatorie e antitumorali a livello dell’apparato digerente.
A tal proposito, il butirrato può contribuire ad alleviare i sintomi della sindrome dell’intestino irritabile.

Perché sarebbe meglio evitare le patate crude: le controindicazioni
Abbiamo parlato bene dell’amido resistente, ma è necessario anche dire che, se assunto in maniera preponderante (consumando quindi troppe patate crude), questo può provocare dolore e tensione addominale e sviluppo di gas nell’intestino, a causa dell’eccessiva fermentazione dei batteri intestinali; un po' come consumare fibre in eccesso.
Oltre questo particolare tipo di amido, le patate crude contengono grosse quantità di antinutrienti – cioè sostanze che ostacolano l’assimilazione degli altri nutrienti da parte del nostro corpo – i quali, invece, vengono quasi azzerati con la cottura. Gli antinutrienti in questione sono l’inibitore della tripsina proteica e la lectina.
Per quanto riguarda altre sostanze importanti, il potassio, la vitamina B6 e le proteine, nelle patate crude, sono solo leggermente inferiori rispetto al loro corrispettivo cotto.

Molto importante è, invece, lavare e sbucciare le patate adeguatamente, se si vogliono consumare crude. Tuttavia, la cottura delle patate è l’unica operazione che assicura la distruzione della gran parte di batteri e patogeni contaminanti.
È credenza comune, ma errata, che solo le patate crude contengano tossine. In realtà queste tossine sono contenute nelle patate verdi e in quelle germogliate, a prescindere che siano crude o cotte (anche se quelle cotte in minore quantità). In particolare sono glicoalcaloidi, cioè composti chimici che sono tossici in altissime quantità: parliamo della solanina e della caconina. Queste ultime possono provocare problemi digestivi, sonnolenza e prurito nei soggetti che le assimilano. Una conservazione adeguata delle patate, quindi non in frigo e non esposte alla luce, può prevenire questo problema.